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Una storia lunga millenni

Panoramica Grigna Settentrionale

Seguendo questa scala temporale possiamo immaginare che le prime forme di vita sulla Terra siano comparse intorno alle ore 12.00, i primi animali pluricellulari poco prima delle 21.00…. "i dinosauri hanno dominato la Terra tra le 22.40 e le 23.46" e, teniamoci forte, "il primo essere umano è comparso a soli 38,4 secondi dallo scoccare della mezzanotte".
Ma ritorniamo ora alla storia delle rocce e del Parco: le litologie più antiche costituiscono il cosiddetto "basamento scistoso-cristallino" ed affiorano tra Introbio e Prato San Pietro; al di sopra si sviluppa l'intera serie che costituisce il massiccio vero e proprio
Nel Permiano (da 290 a 245 milioni di anni fa - intorno alle 22.28 - 22.42, ricordando la nostra "giornata geologica") l'area protetta era occupata da una vasta pianura, solcata da fiumi che hanno deposto ghiaie e sabbie, che a causa del clima particolare, hanno assunto una caratteristica colorazione rossastra. Questi materiali, indicati con il nome di Verrucano Lombardo, affiorano alla base del Grignone, tra la Rocca di Baiedo e Prato San Pietro; sono ben visibili in corrispondenza dello sperone di roccia che, guarda caso, porta il nome di "Sassi Rossi", presso Introbio.
Nel Trias inferiore, circa 245 milioni di anni fa (tra le 22.43 e 22.44), il mare ha sommerso il Parco: in questa occasione, sabbie e argille si sono deposte andando a costituire il Servino, ossia le rocce che affiorano nella parte settentrionale del Grignone, in particolare nella zona di Parlasco. In seguito, la piana è stata ricoperta da ghiaie di provenienza continentale: si è così costituita la Formazione di Bellano (Trias medio - sono circa le 22.45), riconoscibile percorrendo la strada per Esino, oltrepassato Parlasco. "Poco" tempo dopo il mare ha nuovamente guadagnato terreno (la "Formazione di Angolo" lo testimonia) e hanno cominciato a svilupparsi le "piattaforme carbonatiche", che costituiscono la parte basale del Calcare di Esino, detta "Membro dell'Albiga". Ma come si forma una piattaforma carbonatica? Durante il Trias il Parco era sommerso da acque calde ospitanti numerose forme di vita (alghe, coralli..), le cui componenti dure, costituite per lo più da carbonato di calcio, non si decompongono dopo la morte; poiché la trama che questi scheletri costituiscono sott'acqua funge da trappola per altre particelle, esse possono dare origine anche ad interi arcipelaghi, come attualmente avviene alle Bahamas e in Florida. Le grandi piattaforme carbonatiche del Calcare di Esino, che formano tutta una serie di isole e di banchi semiaffioranti, si sono sviluppate durante il Trias medio e superiore (più o meno tra le 22.44 e le 22.54). Tra le isole e in mare aperto si sono accumulati sul fondo dapprima i carbonati che oggi formano il Calcare di Prezzo e il Calcare di Buchenstein, in seguito sabbie e argille comprendenti resti vegetali provenienti da una terra emersa a Nord, che costituiscono la Formazione di Wengen. 
In lembi con limitata comunicazione con il mare aperto si sono poi deposti sedimenti carbonatici e terrigeni, di colore nero per la presenza di sostanza organica non decomposta, che hanno dato origine al Calcare di Perledo-Varenna. Al ritiro delle acque, la piattaforma parzialmente scoperta è stata oggetto di fenomeni di corrosione di tipo carsico (Calcare Metallifero Bergamasco); le piattaforme carbonatiche sono state allora sostituite da lagune a causa del notevole aumento di materiale di origine continentale che impediva la vita di scogliera (Formazione di Gorno). Sia il Calcare Metallifero Bergamasco che la Formazione di Gorno sono oggi ben visibili lungo la strada che dall'Alpe di Agueglio porta al Cainallo. 
Sporadicamente, in Valsassina affiora la Formazione di San Giovanni Bianco, testimonianza del ritiro del mare e della successiva formazione di vaste lagune costiere, sul fondo delle quali si sono accumulati sedimenti fini di tipo argilloso; intercalati ad essi, si trovano lenti di sali, determinate dalla evaporazione delle acque marine.
Con questa fase può dirsi conclusa la storia della costruzione delle rocce del Parco: il tempo successivo è ancora ricchissimo di eventi geologici, ma principalmente legati alla costruzione della catena alpina.
Durante i movimenti che generano le montagne, le masse rocciose vengono piegate, rotte ed eventualmente modificate; l'insieme delle litologie, ossia delle caratteristiche delle rocce, e della tettonica, ossia delle pieghe e delle fratture, durante la storia geologica di un gruppo montuoso, ne condiziona l'aspetto, ovvero la morfologia. Ogni litologia ha un comportamento differente nei confronti degli agenti erosivi e dell'alterazione: vi sono ad esempio quelle più dure e resistenti, che si rompono con facilità e danno luogo a forme aspre, spesso prive di vegetazione, con ampie pareti subverticali; un esempio è il Calcare di Esino che forma le parti sommitali del Grignone e della Grignetta. Altre rocce sono più tenere e, di conseguenza, se sottoposte a sforzi tettonici, tendono a piegarsi piuttosto che a rompersi, e possono dar luogo a forme più dolci, con pendii regolari, in genere coperti da prati e boschi; ne sono esempio la Formazione di Wengen e il Calcare di Buchenstein che danno luogo alle superfici prative del versante di Pasturo (Bini et al. 2003). L'esempio migliore del rapporto e dell'equilibrio tra forme, natura delle rocce, piegamenti, fratture ed "accavallamenti" di ammassi rocciosi è dato dal versante che dal Buco di Grigna sale al Sasso Cavallo e al Sasso dei Carbonari: siamo nei pressi del margine della scaglia del Grignone (il piano di sovrascorrimento passa proprio nel punto più basso del Buco di Grigna). Come la storia di ciascuno di noi, dunque, anche l'aspetto delle montagne dipende quindi dalle vicende che le hanno contraddistinte, dalle forze hanno agito durante la formazione delle catene montuose e dagli agenti erosivi che continuano ad agire anche dopo la loro genesi.

 
File allegati
Panoramica d'insieme delle Grigne
Filename: Panoramica_Gruppo_Grigne.pdf - Peso: 96.6 Kb
Struttura, scaglie, sovrascorrimenti delle Grigne
Filename: Stuttura_scaglie_sovrascorrimenti_Grigne.pdf - Peso: 52.91 Kb