Al centro del Lago di Como, sopra l’abitato di Varenna, si erge, da più di mille anni, il Castello di Vezio, dove si fondono storia, arte e natura. In questo antichissimo avamposto militare si possono visitare i giardini, i sotterranei, la cinta muraria e girare fra le opere d’arte. Dalla torre del Castello, che contiene un’esposizione permanente sul Lariosauro, si può ammirare un meraviglioso panorama ed assistere al volo libero di rapaci nelle dimostrazioni di falconeria giornaliere.
Storia del Castello di Vezio: situato in un luogo di indubbia importanza strategica, su di un promontorio che sovrasta Varenna e dal quale si domina l’intero centro Lago di Como e le antiche vie di passaggio obbligate per uomini e merci, l’origine della fortificazione di Vezio, tutt’ora incerta, si perde nella notte dei tempi. È molto probabile che le prime popolazioni stanziali giunte sulle rive del nostro Lago abbiano sin da subito notato la straordinaria posizione della rocca di Vezio e l’indubbio vantaggio tattico in caso di attacco nemico, è quindi ipotizzabile che già nel V, IV sec. A.C. la collina di Vezio fosse abitata e forse già dotata di alcune strutture difensive, sicuramente lo sarà in età romana quando, lungo l’intera sponda del Lario orientale, venne eretta una linea di fortificazioni, fra i quali, molto probabilmente, il castrum di Vezio. Durante il medioevo il destino del Castello fu legato a quello di Varenna, esso infatti era collegato al paese da due lunghe braccia di mura che la cingevano fino al Lago e nel Castello trovavano rifugio gli abitanti durante i continui assalti comaschi che caratterizzano l’intera storia basso medioevale di Varenna. Uno dei primi documenti che ci parla di Vezio è dell’anno 1368: l’atto è relativo ad una donazione di terra di cui beneficia la chiesa di Sant’Antonio di Vezio. Nel XVII secolo la torre era in proprietà della parrocchia di San Giorgio di Varenna, nel 1600 sorge una lite tra il parroco di Varenna e il Duca di Monte Marcino, a causa dell’occupazione di quest’ultimo della torre di Vezio nonostante i diritti vantati dalla parrocchia di Varenna, la causa per il possesso del castello fu vinta dal Conte della Riviera, il quale pose in affitto i suoi possedimenti di Vezio, nel 1619 a Giov. Antonio Forno, nel 1631 a Giovanni Antonio de Tarelli e nel 1656 ad Antonio Tarelli. Secondo due iscrizioni dettate dal Parlaschino la torre di Vezio viene riedificata nel 1635. Non essendoci altre informazioni al riguardo la notizia non è verificabile. Ritornando ai proprietari del castello di Vezio esso rimase agli Sfrondati (Conti della Riviera), e allo spegnersi della loro dinastia agli eredi Serbelloni. Nel 1647 le terre di Perledo e Varenna vennero investite nel feudo valtellinese del conte Giulio Monti. Nel 1778 l’infeudamento di Varenna passò alla famiglia Serbelloni che mantenne il possesso della torre di Vezio fino all’Ottocento. La proprietà passò poi alla famiglia Greppi Di Robilant che ne mantiene tutt’ora il possesso. Dal 1994 il Castello di Vezio è affittato dall’Associazione Turistica Castello di Vezio, un ente onlus che si occupa di mantenerlo, restaurarlo e promuovere esposizioni artistiche e manifestazioni di vario genere al suo interno.
La falconeria al Castello di Vezio: la falconeria, o l’arte di addestrare un rapace alla caccia, nasce probabilmente circa 4.000 anni fa nelle steppe dell’asia centrale per poi diffondersi in varie zone del mondo. In Europa trova terreno fertile e in poco tempo diviene un’istituzione della società feudale: non vi era nobile, re o aristocratico che non avesse dei rapaci e non vi andasse a caccia. Dal XVII secolo, a causa dell’introduzione delle armi da fuoco, la falconeria iniziò il suo declino e con l’inizio del XX secolo i rapaci furono addirittura ritenuti nocivi e per questo cacciati brutalmente. Alcuni falconieri fortunatamente continuarono a difendere questi magnifici animali dallo sterminio e permisero a questa arte di giungere fino a noi. Nacquero così, in molte zone del mondo, centri di recupero per la salvaguardia dei rapaci, senza i quali alcune specie, come il falco pellegrino, sarebbero probabilmente ormai estinte.
Anche il castello di Vezio ospita un centro di cura e addestramento rapaci che permette al pubblico di conoscere, apprezzare e sostenere questa antica arte. Le fasi di addestramento e di volo libero dei rapaci si tengono nel giardino del Castello e i visitatori hanno la possibilità di scattare fotografie, vedere da vicino i vari esemplari e farsi intrattenere dal falconiere in spiegazioni dettagliate sulla storia della falconeria, il suo utilizzo moderno, la biologia e l’addestramento.
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