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Il Carsismo nel Parco

          Alcune rocce possono essere parzialmente sciolte dall'acqua: questo processo origina una serie di singolari fenomeni che, nel loro insieme, prendono il nome di "carsismo", manifestazione che caratterizza in modo peculiare l'area del Parco. Come si è detto, in Grigna le rocce sono principalmente di natura calcarea e dunque solubili in acque acide, quali quelle che contraddistinguono normalmente tutte le precipitazioni meteoriche (ossia pioggia, grandine e neve). L'anidride carbonica, presente naturalmente in atmosfera, reagendo con l'acqua, forma, infatti, l'acido carbonico e dà origine ad una soluzione leggermente acida (Bini et al. 2003). 
Ma come fa l'acqua a penetrare nelle rocce? Non è cosa poi difficile, se si pensa che queste sono meno compatte di quanto appare, ed è normale la presenza di fratture, anche di piccole dimensioni,   che si intersecano tra di loro. Il calcare è inoltre, spesso stratificato, tanto da permettere all'acqua di penetrare sottoterra lungo complessi sistemi di "piani di strato".
Per scoprire come questo processo abbia permesso la formazione di meravigliose grotte, così diffuse nell'area protetta, bisogna poi dotarsi di molta pazienza: il processo è lento e continuo, ed ha inizio dal momento stesso in cui ha avuto origine la catena montuosa, ossia con l'emersione di porzioni di territorio dal mare e il loro contatto con le acque meteoriche acide. Nel caso delle Prealpi Lombarde ciò è avvenuto circa 20 milioni di anni fa (il nostro "orologio geologico" segna le 23.54); a quei tempi il clima era molto diverso dall'attuale, quasi equatoriale, con temperature elevate ed abbondanti precipitazioni: le abbondanti piogge, scorrendo tra i piani di strato e le fratture, hanno corroso la roccia fino a formare un complesso sistema di gallerie.          

Nel parco, il Moncodeno è fra le aree maggiormente interessate da fenomeni carsici: costituito da un ampio anfiteatro di forma grossomodo rettangolare, esso occupa il versante Nord della Grigna Settentrionale e si estende per meno di 2 km2, da 1700 m a 2370 m circa di quota (parete sotto la vetta). In questa limitata superficie sono presenti addirittura più di 600 grotte. L'aspetto generale è quello tipico delle zone carsiche di alta montagna, con roccia nuda, doline (termine slavo che indica una depressione del terreno, un avvallamento o una piccola valle), pozzi, dossi e superfici piatte in roccia. La maggior parte delle grotte presenti ha sviluppo verticale.
Tra i tanti elementi che fanno di questa zona una delle più spettacolari del Parco, è d'obbligo menzionare la Porta di Prada, a pochi passi dal Moncodeno, emblema di tutti gli archi naturali presenti e relitto di un antico sistema di gallerie. La famosa Ghiacciaia di Moncodeno è invece un interessante esempio di grotta contenente depositi di ghiaccio, veri e propri ghiacciai sotterranei, assai diffusi in quest'area. Di estremo interesse per geologi e glaciologi e la comunità scientifica in genere da tempi remoti, essa costituisce anche la testimonianza di come il ghiaccio fosse, in tempi non troppo remoti, addirittura coltivato per consentire la conservazione del cibo (si provi ad immaginare una delle nostre cucine senza il frigorifero).
Interessanti sono poi i dintorni del Monte Albiga, ove, nei pressi del rifugio omonimo, si estende un'area carsica caratterizzata da grandi doline e dossi a cupola.
Il Monte Fopp, che sorge a vedetta sul lago alle spalle di Ortanella, prende invece il nome dalla grande diffusione di doline presenti, localmente chiamate proprio "foppe"; in quest'area sono rinvenibili alcune grotte e numerosi campi solcati, serie di "sculture in roccia" create dai fenomeni corrosivi. Sul ripiano di Ortanella le depressioni, in parte colmate da depositi superficiali, sono di maggiori dimensioni.
Uno spettacolare anfiteatro a debole pendenza, a Nord della Grignetta, è invece l'Alpe Campione: anche qui sono molto abbondanti le doline e i campi solcati; da qui, scendendo di quota, lungo la valle dei Grassi Lunghi si trova anche la sorgente del Torrente Pioverna, che solca la Valsassina da Balisio a Bellano.
Un'altra piccola zona carsica interessante da visitare è l'Alpe di Mogafieno, estremamente ricca di doline, campi solcati e corridoi carsici, ossia canyon di piccole dimensioni larghi e profondi pochi metri, originatisi o per allargamento di grandi fratture da parte dell'acqua o per crollo della volta di preesistenti gallerie. Infine, per chi volesse approfondire sul campo l'argomento, sul ripiano del Rifugio Brunino sono presenti varie doline ed alcune grotte (Bini et al. 2003).