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Biodiversità

RETE DELLA BIODIVERSITÀ DELLE PREALPI LOMBARDE



Il Parco Regionale della Grigna Settentrionale partecipa, insieme ai Parchi Regionali delle Orobie Bergamasche e del Monte Barro e alla Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola, ad un progetto finalizzato alla conservazione della biodiversità, che prevede interventi comuni da intraprendere nei riguardi di specie e comunità animali, vegetali nonché degli habitat. Concordando sulla necessità di operare congiuntamente per ottenere risultati più consistenti a vantaggio delle risorse naturalistiche e del paesaggio, utilizzando come asse fondante i criteri e le prassi di Rete Natura 2000. Sono state pertanto individuate una serie di azioni comuni, che verranno via via attivate dalle aree protette coinvolte. Il primo progetto reso operativo è sintetizzato nella scheda riportata a seguito.Progetto R.I.S.P.O.Sta. - Rinaturazione Impianti Sciistici con Produzione Ottimizzata di fiorume da prati STAbiliIl territorio alpino e prealpino presenta evidenti segni della presenza e dell’azione dell’uomo a qualsiasi altitudine: pascoli e prati per la fienagione sono stati ricavati disboscando e bonificando (mediante spietramento, rimozione delle infestanti ecc.) vaste aree. Tali ambienti vengono mantenuti attivi nel corso degli anni grazie al continuo intervento dell’uomo, che opera sfalci periodici, concima e a volte irriga i terreni per migliorarne la resa; solitamente essi costituiscono essenziali serbatoi di biodiversità, ospitando comunità ricche di specie sia vegetali che animali. Il continuo intervento umano è infatti il fattore determinante per la coesistenza di molte specie, che occupano le diverse nicchie ecologiche presenti all’interno di un’unica comunità. Buona parte di tali ambienti si trova ora in stato di abbandono più o meno accentuato a causa di un progressivo mutamento dell’economia alpina, che ha portato ad una decisa riduzione delle attività agricole, con ripercussioni rilevanti sugli ecosistemi e sul paesaggio. I prati abbandonati, nella migliore delle ipotesi, sono interessati da processi di inarbustamento e di risalita del limite del bosco (soprattutto per i pascoli d’alta quota), e spesso diventano terreno ideale per la colonizzazione di piante ruderali e sinantropiche infestanti.
Tenuto anche conto delle difficoltà dell’agricoltura tradizionale in montagna, il progetto si propone di sviluppare una possibilità integrativa di reddito per gli agricoltori locali, tramite la riconversione di prati da sfalcio abbandonati o sotto-utilizzati in campi idonei al prelievo di fiorume, senza peraltro escludere la possibilità di effettuare normale fienagione, ma affiancandosi piuttosto a tale pratica. Il fiorume così ottenuto potrà essere utilizzato negli interventi di minimizzazione di impatto, di compensazione o di rinaturazione di aree interessate da impianti sciistici; naturalmente, lo stesso materiale potrà essere più diffusamente utilizzato in ogni intervento di ricomposizione dell’ambiente prealpino, nel rispetto dell’ecologia dei luoghi.In prima approssimazione, il progetto si propone di: 1. incentivare la conservazione di habitat naturali e seminaturali quali i prati da sfalcio (inseriti fra gli habitat ai sensi della Direttiva Habitat (92/43/CEE)), recuperandone il valore ecologico e il significato storico-culturale;2. rivalutare il prodotto fieno e tutto il materiale vegetale “di scarto” generato dalla filiera produttiva, ed al tempo stesso valorizzare le specie erbacee autoctone tipiche di questi ambienti, l'incentivandone l’utilizzo per applicazioni nel settore del ripristino ambientale e dell'ingegneria naturalistica;3. proporre una via alternativa di recupero dei prati da sfalcio e dei pascoli abbandonati.RISPOSta si configura pertanto come progetto pilota che, supportato da una importante fase di ricerca scientifica e tramite il monitoraggio dei risultati, vuole analizzare ed evidenziare le potenzialità dei metodi di produzione, tramite il coinvolgimento degli agricoltori, giungendo già nell’arco del triennio 2008-2010 alla rinaturazione sperimentale di alcuni ettari di territorio e coinvolgendo, per questo, anche gestori di impianti sciistici ed operatori specializzati nel settore delle semine potenziate. Viste le finalità del progetto, sarà essenziale il bilancio economico delle operazioni, nel senso che una delle verifiche più importanti verterà sulla convenienza economica del processo. Saranno analizzate le associazioni vegetali delle zone indagate e si selezioneranno aree di prelievo che differiscano per i parametri ambientali, così da avere, per eventuali interventi di recupero ambientale, una buona varietà di sementi tra cui scegliere, adeguate alle differenti situazioni edafiche ed ecologiche. Campagna di raccolta fiorume Anno 2008 e Anno 2009:Durante la scorsa stagione vegetativa sono stati raccolti 115 Kg di fiorume, prelevato da due diversi siti nel Parco: Ortanella di Esino Lario a quota 950 m e Alpe Agueglio a quota 1125 m.La campagna di raccolta ha visto il coinvolgimento di tre agricoltori operanti sul territorio dell’area protetta, sin da subito interessati a seguire in diretta i risvolti di questa indagine sperimentale.
Il Centro Flora Autoctona, soggetto coinvolto negli studi scientifici del progetto, ha successivamente eseguito le analisi di germinabilità: il risultato ottenuto in laboratorio, sia in vitro che su suolo, è stato molto soddisfacente. Entro la stagione autunnale dell’anno corrente il capofila si occuperà di testare direttamente il quantitativo raccolto in situ nel Parco della Grigna Settentrionale, mediante idrosemina. Si è conclusa anche la prima fase di raccolta della campagna 2009. Durante questa prima fase, a cavallo tra giugno e luglio, sono state messe a prova due nuove macchine canadesi “Hand held Seed stripper”, acquistate dal Parco per ottimizzare l’efficienza di resa soprattutto lungo le pendenze più accentuate. L’efficacia di questo tipo di macchina sui prati in pendenza si è dimostrata molto buona, motivo valido per continuare a credere negli sviluppi di questo progetto!Progetto Ri.Alp. – Rinaturazione Alpeggi. Nella filosofia del progetto generale ricadono gli obiettivi di questo progetto, finalizzato a ripristinare pozze d’alpeggio o localmente noti come Lavacc.Si tratta di habitat umidi di un elevato valore in termini di biodiversità, estremamente importanti per l’abbeveraggio del bestiame al pascolo come anche della fauna selvatica.Nel corso del 2008 e dell’anno corrente le pozze d’alpeggio nel Parco sono state accuratamente censite e localizzate. Dal meticoloso lavoro di censimento ad opera dell’Università dell’Insubria, sono state individuate una serie di pozze inattive sulle quali concentrare gli interventi di ripristino.
 

Esino - Monte San Defendente
Giorgio Gianatti - Gabriele Piazza

Monte Pilastro - Eghen
Giorgio Gianatti - Gabriele Piazza